A volte mi dimentico quanto mi piaccia raccontare.
Non mi ricordo nemmeno come è cominciato, anni fa. So che andavo all’università, ero stressata da morire perché vivevo di esami da fare, e quando per rilassarmi facevo una torta avrei voluto aprire la porta di casa e trovare là fuori quattro o cinque persone pronte ad assaggiarla, a chiedermi la ricetta e a dettarmi la loro preferita. Cercavo condivisione.
Forse per un periodo questo è stato un blog di ricette, forse c’è stato un periodo in cui mi sentivo sola.
Poi di fare le torte ho smesso, ché non ero neanche tanto brava. A volte ho raccontato di me, di quello che amavo fare, e sono finita a raccontare di viaggi, perché ad oggi viaggiare è la cosa che amo di più.
Ma io non sono una blogger, tantomeno il mio è un blog di viaggi.
Lo so, perché io i blog di viaggi li leggo, e sul mio non trovo quello che io stessa cerco quando organizzo un viaggio. Chiunque dopo aver letto un mio post potrebbe chiedere :” sì, tutto molto bello, ma in sintesi dove mi consigli di andare? Meglio pernottare qui o lì? Quanto si spende per noleggiare un’auto? e per cenare fuori?”.
Raccontare mi piace, ma richiede tempo, e spazio.
Ho finalmente una “postazione di scrittura”, in questa “stanza tutta per me” che chiamo “la stanza yoga” (perché ci faccio, oltre a tante altre cose, anche yoga) : ovviamente la macchina da scrivere è solo per figura, è scomoda ed io non sono Virginia Wolf.
Per scrivere ho un portatile in prestito e con la batteria che non dura.
Oggi mi sono seduta qui e in due ore ho scritto un post sull’Irlanda, sul viaggio fatto a maggio dell’anno scorso, e ora sto incredibilmente bene, come se avessi bevuto un litro di serotonina liquida! Con la mente sono tornata là per un po’, in uno dei posti che più ho amato al mondo, dove più mi sono sentita a casa. Mi sono emozionata a dismisura nel ripescare certi ricordi, certe suggestioni.
Questo blog abbandonato non “influenzerebbe” mai nessuno, ne sono consapevole. Ma non è questo il punto.
Scrivere, raccontare di viaggi, fa bene a me. Quello che scrivo non ha una forma accattivante, non attira visualizzazioni, quindi nell’ottica di internet è un flop, non serve a niente…ma quando mi ricordo quanto mi ha fatto bene negli anni prendere un pensiero sconclusionato e cercare di addomesticarlo, farlo filare, recuperare un ricordo per fissarlo, mi accorgo di quanto mi manchi.
Il mio non è un travel blog, semmai è un blog di racconti di viaggio.
Sicuramente un posto dove tornerò a raccontare delle mie emozioni di viaggio.
